giovedì 23 febbraio 2012

E venne il giorno delle primarie del centrodestra

Come sappiamo, donna Abelarda Semprevispa (imperatrice del Partito Io Si Tu Non So) si era sfilata dalla competizione a causa di un vistoso herpes labiale (qualsiasi altro herpes vogliate ipotizzare a noi di 20centesimi va benissimo).

Il Freddo di Maglie, l'uomo che aveva imposto a Re Fustino un individuo dalla prodigiosa memoria tecnocratica, purtroppo inficiata da una poderosa forma di tartagliamento oggettualistico (Ringo Manifesto di Aquarica, cioè, più esattamente, cioè, AcquaricadelKapo) si era ripreso dalla rutilante vita nella Capitale. In quel devastante spicchio di vita, il Freddo, una volta uscito dal ristorante Er Magnaccia, in cui aveva divorato porzioni sumo di turcinieddhri intinti nella rosa canina (per evitare i malanni di stagione), era stato inoltre visto infilare la mano destra nel cappotto di Ringo Manifesto traendone cartocci strabordanti di fumanti ciceri e tria.

"Excusatio non petita, accusatio manifesta" rispose scandendo, per quanto possibile, le parole il Freddo, di fronte alla evidente perplessità di Manifesto nel considerare il furto portaborsistico ai propri danni.

Vabbè, lasciamo perdere il Freddo. Iddhru aveva vinto nel Partito Populista Magliese, sgominando durante una memorabile sfida, denominata Cicoriella War, Ivo Congelo, che si piccava di essere più freddo del Freddo. Invece no. Congelo si fermò al 28%, percentuale che nemmeno nella città natale di Stalin (Džugašvili, Georgia - da non confondere con Georgia on my Mind di Roy Paceminterris) si sarebbe potuta riconvertire in una maggioranza legittima.

Sgominati i pavesini (cioè gli appartenenti alla corrente di Alfreddo Pavesino, uomo tutto d'un pezzo e di animo indagatore, pur con una preoccupante alopecia in arrivo da Sud-Sud Est), il Freddo si godeva gli ozii di Ostranto, cittadina amena per più versi denominata "la perla dello Stralento" e dove Iddrhu aveva ben pensato di costruirsi un monumento funebre in vita, grazie all'aiuto del suo migliore amico (Leo Mauso, architetto di giardini macrobonsai).

Insomma, come fu e come non fu si arrivò alle primarie del centrodestra. Ovviamente il Freddo aveva il proprio concorrente: Alvaro Giovinotto, individuo di altezza rimarchevole, da questa sostenuto per agevolare lo svitamento delle lampadine fulminate in ogni anfratto di Palazzo Garraffah.

Nel corso dei cinque anni del suo governo il Giovinotto era infatti riuscito a eguagliare e quindi a superare il primato di Stefano Bellapersona, antico primo cittadino di Smalville, che però - va detto - aveva sostato nelle barocche stanze solo per un biennio (il cosiddetto biennio rosso, di gramsciana memoria. Va ricordato che il Leccese, quotidiano di punta di Smallville, aveva costruito sull'egemonia bellapersonica persino un editoriale in due anni).

Poi: la vera novità delle primarie. "E cioè, cioè?". Cosu, Francesco Patacca, editore di TeleMiAmo, emittente che ci ha offerto questo sarchiaponico spazio. Che dire di Patacca? Va detto che il billboard 18x6 con l'efficace claim: "Piacere, Patacca" era piaciuto parecchio a parecchi.

Il Patacca, ispirato da San Giuseppe da Copertino, vagheggiava, autoamplificandosi, di un progetto denominato Regno Stralento, cioè una specie di bisca clandestina che avrebbe scattarisciato ogni baresità dalla stralentinità.

Poi, buon ultimo Gino Frizzo, ultimo discendente della celebre famiglia Gino, che si vantava di essere stato democristiano ma anche veltroniano, se non altro per il “ma anche” che vi abbiamo appena letto.
Di Frizzo dire “Il garbo è rivoluzionario” è stato come vincere a burraco senza avere  pinelle nella faretra. Tanto il Frizzo ben sapeva che “tertium non datur”. Ma non si mai.
Ora il problema era: Alvaro Giovinotto sarebbe stato in grado di ostacolare la forsennata stralentinità del Patacca?
Aveva il Patacca investito ogni proprio sonoro doblone in comunicazzione?
E se sì, perché no?

Domenica ne vedremo delle belle, hostess comprese.
Buona votatio a tutti.