martedì 7 febbraio 2012

Il sosia di Eugenio Bellapersona


Era calato l’inverno sulle primarie del centrosinistra di Smallville. Alla fine aveva vinto lei, Fiona Mastinu. Forse perché ci aveva creduto di più, forse perché il suo partito - il Partito del lavoro complesso -  si era rilevato inaspettamente in possesso di una rete organizzativa. Forse perché il buon Eugenio Bellapersona aveva sottovalutato l’ultima settimana di campagna elettorale o forse ancora perché aveva sopravvalutato un misterioso sondaggio che lo dava in netto vantaggio su Fiona e che aveva fatto temere il peggio ai sostenitori di colei, che avevano quindi raddoppiato gli sforzi e il porta a porta sull’elettorato.
Fatto sta che a Smallville aveva vinto il Partio del Lavoro complesso e ciò rendeva le imminenti elezioni comunali un piatto ghiotto per i biografi e i notisti.

Di lui, Bellapersona, si sa che venne avvistato l’ultima volta in Lista di Spagna, a Venezia, la prima strada lastricata a sinistra della stazione mentre prendeva la gondola e si allontanava verso una laguna imprecisata. Forse il Bellapersona era stato attratto da un film su Re Artù, in  cui la salma del sovrano giace in una imbarcazione illuminata da una torcia sinistra e si allontana verso il grande Nulla. Così fece in effetti Eugenio Bellapersona, che aveva combattuto bene ma alla fine aveva perso contro le armate ricompattate del Partito del lavoro complesso. Si allontanò in una gondola senza gondoliere e nessuno lo vide mai più.

Invece un suo sosia continuava ad operare a Lecce nell’intento assai curioso di riesumare l’allegro comitato che lo aveva sostenuto nel corso della sua campagna, allargando tale comitato (nel frattempo divenuto una lista o listone) a Sinistra Filantropia e preveggenza - il partito del governatore regionale Abele Cuore D’oro - agli scintillanti guerrieri del Partito Anacronista e ai numerosi pedoni e contropedoni della società civile tutta (oh yeah!).
Secondo gli accordi si sarebbero divisi più o meno equamente i 32 posti in lista e il capolista sarebbe stato proprio lui, l’energico sosia di Eugenio Bellapersona.

In effetti il nuovo Bellapersona dimostrava doti inattese di leadership e di comando. Si comportava come se le primarie non ci fossero mai state e Fiona non avesse vinto. Aveva inoltre insinuato nellle menti del suo cerchio magico la niente affatto ragionevole idea di beccare più voti al primo turno delle Comunali di Smallville del Partito del Lavoro complesso.
Tuttavia, qualcosa si intromise nel suo diabolico progetto. Bellapersona era notoriamente destrimane. (Per descrivere la genesi del sosia di Bellapersona bisognerebbe inserirsi all’interno della difficile narrazione implicante le vicende della famiglia Bellapersona, racconto che in questa sede risulterebbe fuori luogo).

Il sosia era invece mancino, particolare che passava inosservato agli occhi di tutti i suoi numerosi amici e sostenitori. Solo una persona attenta e fine come Erminio Sportello - portavoce cittadino di Sinistra Filantropia e Preveggenza - si avvide del cambiamento. Quando Bellapersona 2.0 firmò un tremebondo manifesto per far divenire Santa Rosa la copia esatta di Manahattan, Sportello notò la distonia. “Ma guarda guarda”, rimuginò Sportello mentre tormentava l’orlo slabbrato di una felpa della Fiom. “Questa è un’altra bizzarria di Eugenio. Sommata all’inatteso vigore e all’aura che da lui promana direi che siamo alla sostituzione di persona”. Alla fine Sportello decise di mettere a parte della sua elucubrazione anche Mercurietta Fucoltini, anarco-individualista dotata di un forte pragmatismo politico e di una mente soggetta a ogni teoria del complotto partorita da essere umano e venusiano.
La Fucoltini, rielaborando in tempo reale centinaia di testi sulla sostituzione dei leader politici con sosia addomesticati da una fonte esterna, così si rivolse a Spoertello: “Tocca riunire la segreteria, l’affare è serio”.
Il multiforme cervello della Fucoltini stava lavorando su un antico seppur clamoroso strumento di comunicazione politica: il rapimento di persona.