lunedì 16 maggio 2011

Francesco Patacca scende in campo

Come sappiamo, Smallville si stava preparando alla campagna elettorale per il nuovo sindaco. La 59esima discesa in campo di Donna Abelarda Semprevispa aveva già infiammato le penne dei più robusti opinion-leader cittadini, ma le sorprese non erano finite.

Esisteva infatti il Movimento Stralento Immanente, una compagine apartitica a cui ogni stralentino veniva automaticamente iscritto non appena sfiorava (anche casualmente) un telecomando televisivo, grazie a un lettore ottico invisibile inventato da una start up dell'Istituto Professionale “Io speriamo che me la cavo” di Minervino Neretino. Il Movimento Stralento Immanente, che perseguiva con ostinazione la costruzione di un muro di pietra leccese alto 36 metri alla periferia sud di Fasano per proteggere l'intero Enorme Stralento dalle temibili orde baresi, aveva un capo. Oggi ci occuperemo di lui.

Al secolo Francesco Patacca, il giovinotto a soli 11 anni aveva creato praticamente dal nulla una potente emittente televisiva, TeleMiAmo. Le malelingue sostengono che il Patacca era diventato imprenditore nel campo dei media trasformando vecchie e scassate biciclette di dubbia provenienza in ripetitori mobili, che consentivano a mezzo Stralento di vedere TeleMiAmo anche se il primo studio televisivo era ubicato nei profondi anfratti della grotta Zinzulusa, luogo un po' umido e ipogeo ma dall'affitto irrisorio.
In pochi decenni, Patacca divenne un vero tycoon, amatissimo dalla propria famiglia e dai suoi dipendenti, felici di essere pagati (quasi) ogni mese con buoni del dentifricio Biancuseccu, che aveva l'unico difetto di essere in vendita solo a Novaglie e a Busto Arsizio. D'altronde, va riconosciuto che alcuni giornalisti e tecnici di TeleMiAmo poi fuoriusciti dalla prestigiosa emittente riuscirono a mantenersi per anni rivendendo le proprie tonnellate di Biancuseccu spacciandolo per strutto, molto richiesto nei supermercati germanici per aumentare l'obesità dei bambini indigeni.

Francesco Patacca, insomma, se la passava assai bene: TeleMiAmo restava il core business della sua azienda – la famosa Brododigiuggiolex – ma nel corso del tempo si erano aggiunte al suo portfolio intraprese di vario genere, dalle agenzie matrimoniali per scapoli e nubili rigidamente stralentini alle squadre di cricket, molto popolari a Ferine e Rizzanello. Patacca la mattina, dalle finestre della zona postindustriale di Smallville dove aveva installato la sede della Brododigiuggiolex, contemplava quella inaspettata economia dell'immateriale e del superfluo che aveva sagacemente intercettato e diligentemente implementato.
Tutto andava per il meglio. Ma la Provvidenza aveva altri disegni per Patacca. Una notte (alcuni dicono fosse la Notte della Taranta, ma non vi è riscontro oggettivo) apparve in sogno all'imprenditore San Giuseppe da Copertino, che gli rivolse più o meno queste parole:
“Caro Patacca, Colui-che-tutto-conosce ha deciso di fare di te il suo messaggero. Dovrai creare il Reame Stralento, perché Colui-che-tutto-sa intende trasportare a Leuca le reliquie di San Nicolaus, strappandole al sindaco Peppo Pepitone e a tutti i cittadini del capoluogo regionale, popolo di feroci strombazzatori di clacson e poetastri”.

“No, no” - replicò Patacca impaurito- “Mi risparmi la prego. Io non voglio mettermi in politica”. “Come osi!” - tuonò San Giuseppe svolazzando da una parte all'altra del chilometrico letto a baldacchino di Patacca - “O fonderai il Gioioso Reame Stralento entro il 2013 oppure farò sparire nell'inceneritore di Cerano la tua laurea in Antropologia, e di essa non resterà traccia alcuna nella banca dati dell'Università. Tiè!”
Patacca ebbe un sobbalzo: amava come la sua stessa vita la sua laurea arrivata dopo dieci stagioni da studente-imprenditore-fuori corso e il ricordo delle ore strappate al sonno per compitare le pagine della tesi lo commuoveva ancora. Il titolo stesso lo riempiva di una sollazzevole melancolia: “L'impresa di TeleMiAmo. Per una autoantropologia di Francesco Patacca”. Ma ora, se San Giuseppe da Copertino avesse messo in essere le sue minacce, il suo prezioso titolo di studio sarebbe diventato un mucchietto di cenere. Gli sarebbero rimasti solo il diploma di telegrafista navale strappato alla scuola per corrispondenza Radio Elettra di Torino e una laurea honoris causa in Numismatica Stralentina acquistata con un'altra partita di buoni di Biancuseccu all'università telematica “Ok il prezzo è giusto” di Las Vegas.
Patacca cedette.
Come tutti sappiamo, creò il Movimento Stralento Immanente, di cui era insieme Gran Ciambellano, Grande Maestro e Presidentissimo. Intorno a lui, si scaldavano i novantenni di molti comuni stralentini, che fremevano per entrare in campo a fianco di una pletora di giureconsulti con gli occhi a spillo e le occhiaie profondissime, sintomi inequivocabili di una faticoso lavoro notturno per individuare la miglior strategia possibile grazie alla quale creare - ad horas - il Gioioso Reame. Fu tutto inutile perché i giureconsulti fallirono abbastanza clamorosamente ogni loro obiettivo, finendo sbertucciati da più di un organismo istituzionale competente.
Patacca era inquieto. Certo, avendo trasformato ogni minuto di programmazione di TeleMiAmo in uno spot per il Movimento Stralento Immanente la sua notorietà era cresciuta, ma il patto con San Giuseppe da Copertino non era stato affatto rispettato. E Patacca viveva nel timore.

La notte della Fòcara, mentre Patacca era impegnato a declamare al megafono poesie di Bodini per il sollazzo della moglie (che stava a pochi chilometri da lui, dall'altra parte del letto), la moglie d'improvviso svenne e la luce si spense.
“Patacca” - pronunciò con voce tonante San Giuseppe da Copertino, che era comparso dal nulla e già volava come una falena impazzita per l'ampia stanza - “tu hai fallito e disobbedito”.
“Mi perdoni eccellenza, sono stato mal consigliato”.
“Non scaricare il barile sui giureconsulti, sapevi in anticipo che quella via non portava che al nulla, tanto valeva che ti affidassi a un consulto di aruspici etruschi”.
“Eppure” - si lasciò sfuggire Patacca – ora in molti sanno che esisto, persino fuori dal natìo Stralento”.
“Taci Patacca e ascolta” - fece San Giuseppe - “Colui-che-tutto-sa ha una nuova missione per te. Diventa sindaco di Smallville, ché Alvaro Giovinotto è in scadenza e non brilla di certo per carisma e fede. Poi da lì al Gioioso Reame il passo sarà breve. Scendi in campo, Patacca”.
E così fu.