lunedì 9 maggio 2011

I dilemmi pre-campagna

Vista da altrove, la situazione politica di Smallville sembrava più o meno questa. Si sarebbe votato per il nuovo sindaco e per la nuova amministrazione comunale di lì a nove mesi, per cui erano cominciati i movimenti di posizionamento in attesa del conflitto finale, quello marcatamente elettorale e propagandistico.
La ex-sindaca Abelarda Semprevispa, dopo aver divorziato dal centrodestra del Partito Populista Magliese, si era trasformata in una vedova nera, con un proprio partito etno-terrone. Non voleva saperne, la Semprevispa, di un rinnovo di mandato per Alvaro Giovinotto, suo ex delfino e quindi defenestratore di Donna Abelarda per conto del Freddo di Maglie, il cupo eterno adolescente che tirava le fila del Partito Populista.

Nelle ultime tornate elettorali Abelarda Semprevispa aveva dato filo da torcere al centrodestra, finendo per dividerne l'elettorato, aumentando così le chance di vittoria del centrosinistra. Anche Abele Cuoredoro, leader radicale del centrosinistra, aveva finito per imporsi nettamente nel confronto regionale. L'uomo del Freddo, Mario Maria Mariano, non era stato all'altezza, e Donna Abelarda si era goduta il giochetto della terza incomoda.

Per poter posizionare le armate per la battaglia finale di Smallville, il Freddo si trovava per l'ennesima volta di fronte alle astuzie e ai sortilegi di Semprevispa: se avesse scelto di snobbarla, l'elettorato conservatore di Smallville, dove la ex sindaca contava su un'indubbia popolarità, si sarebbe diviso, indebolendo oggettivamente il Partito Populista. Se invece le avesse proposto di correre come candidata di tutto il centrodestra (o lei o uno dei suoi nuovi amichetti) Donna Abelarda avrebbe cominciato le rese dei conti e avrebbe esteso la propria influenza nei confronti di Re Fustino, il Guru di Arcore.

Per il Freddo si trattava di un'alternativa decisamente poco allettante.
Nel centrosinistra le cose stavano così: si cercava un accordo più o meno stabile tra i partiti compresi nell'arco Sinistra, filantropia e preveggenza (i seguaci di Cuoredoro) /Unione Centrocentrica (il cui consigliere uscente, Stanislawsky, aveva spesso assunto posizioni simili a quelle del Partito del Lavoro Complesso, che, con tutti i suoi limiti, era pur sempre il principale partito del centrosinistra). Si cercava l'accordo, ma nel frattempo scampoli di società civile di Smallville si stavano impegnando per consentire al loro portavoce, Eugenio Bellapersona, di farsi avanti per la candidatura. “Oibò” - aveva pensato Protagora Quadro, ex candidato sindaco del centrosinistra nella tornata precedente, dove non era riuscito a impensierire il pur non irresistibile Alvaro Giovinotto, all'epoca ancora sostenuto fortemente da Donna Abelarda – non comincia bene costui, cui toccherebbe di subentrare come Consigliere comunale nelle fila del nostro Partito e che invece rifiuta la carica e ci offre le spalle. Costui non comincia bene”.

Molte titubanze aleggiavano all'interno del Partito del Lavoro Complesso. Vi erano più tribù: di alcune, fortemente etniche, non si sa molto. Più materiale esisteva invece sul versante “Amici di Peppo Pepitone” (il controverso sindaco del capoluogo regionale) e su quello di Equo Sostenibile, il segretario regionale del Partito del Lavoro Complesso. Tuttavia a Smallville le cose si complicavano, perché nel Partito c'era una spiccata personalizzazione e perché alcuni dirigenti sembravano capitati lì per caso, avendo preso l'entrata del Partito per quella di un monastero o per quella di un piccolo supermercato.
In un certo numero i partiti del centrosinistra bisbigliavano di primarie, anzi, questo era un vero e proprio comandamento per Sinistra, filantropia e preveggenza, e anche una certa parte del Partito del Lavoro Complesso condivideva l'enfasi sulla procedura.

D'altronde, per fare le primarie occorreva quantomeno un altro candidato oltre a Bellapersona, e questo sembrava un bel problemino. Giacché, per essere in competizione politica con Eugenio Bellapersona, un candidato alternativo avrebbe dovuto distinguersi molto da lui, ad esempio propugnando un'alleanza con l'Unione Centrocentrica, magari spingendosi addirittura a ipotizzare un apparentamento con Abelarda Semprevispa e i suoi nuovi amichetti. Ipotesi, queste, che facevano correre i brividi lungo la schiena ai radicali di Cuoredoro ma che non lasciavano indifferenti nemmeno molti militanti e dirigenti del Partito del Lavoro Complesso.
La situazione sembrava stagnare, anche se la mossa di Donna Abelarda si presentava come un'opportunità in più per preparare le truppe di centrosinistra alla battaglia finale.

Che fare?
“Un programma! Un programma!” - proruppero diversi opinion-leader.
Eugenio Bellapersona estrasse da uno zainetto un volume di 300 pagine con riassunto in 20 cartelle e compendio schematico in 2 facciate e disse: “Io avrei alcune indicazioni”.
Questa volta un brivido agghiacciò il settore più moderato del Partito del Lavoro Complesso. Ma come, avrebbero dovuto davvero parlare di programmi, entrare nel merito delle questioni, documentarsi? I capoccia si guardarono negli occhi con un ammiccamento e chiesero la parola.

La riunione venne aggiornata al 10 gennaio 2012, appena fuori dal tunnel mieloso del Natale.
Smallville, nel frattempo, stava scivolando verso l'estate.