lunedì 3 ottobre 2011

“Sradicherò i pali del filobus”

La fiacca più fetente calava nelle ombre della sera del centrosinistra di Smallville: l'elettorato centrosinistro si chiedeva se non fosse il caso di attirare i leader (sic!) del centrosinistra di Smallville alla “Sagra del turcinieddhru in fiore” e colà, armati di lacci e lacciuoli, legarli ben ben alle sedie del teatro Crudelja e sottoporli a 72 ore di musica non stop miscelata dalle sagaci scalette di Pinuccio Sforesio, consigliere comunale del Partito del Lavoro Complesso che, in gioventù, aveva terrorizzato con la musica intere scolaresche e pensionati universitari stralentini.
Cominciò a circolare tra i militanti e simpatizzanti della sinistra di Smallville un invito segreto per procedere alla cattura del manipolo di perditempo e tattici da quattro soldi cresciuti alla corte di Supponenzio Maddalena, l'indisponente esponente del Partito del Lavoro Complesso che aveva, nel corso del tempo, indossato l'elettorato stralentino come fosse un vestito da sera di cui vantarsi con gli amici del circolo velico di Montecitorio. L'invito diceva, tradendo una residua, flebile e tuttavia ancora esistente fiammella di speranza popolare, che se “entro una settimana non fosse stata convocata la Commissione Data delle Primarie, rapiremo i leader del centrosinistra e li sottoporremo a tortura musicale”. Insomma, un periodo orrendo per il centrosinistra stralentino.

Non che la situazione del centrodestra fosse meno fiacca e mefitica. Il sindaco diciottenne di Smallville, il rockabilly Alvaro Giovinotto, si aggirava in stampella tattica tra il popolino stremato dalla crisi e dai pasticciotti autunnali dispensando certezze bulimiche sul roseo futuro della cittadina. E tutto quello che non funzionava? E il filobus inutile e intonso da 84 anni, la disoccupazione giovanile, le cicche per terra, i chewing-gum attaccati sotto le natiche di Sant'Oronzo da perfide squadre di trindisini minorenni assoldati dal sindaco di Trindisi – storicamente nemica di Smallville fin da quando Abelarda Semprevispa si esibiva nei giochi gladiatori patrocinati dalla Roma traianea – per sporcare la nobile cittadina per vendetta contro il furto del Colosso di Rodi, che poi gli smallvillesi aveva ribattezzato Sant'Oronzo per sfregio (e gli avevano anche tagliato inspiegabilmente due dita della mano destra)? Beh? Dove erano finiti i problemi urbani e periurbani? Interrogato da giornalisti mordaci e aggressivi, simili a veri e propri cani da guardasala, Alvaro Giovinotto rispondeva che la responsabilità di tutti i problemi di Smallville era da attribuire a Lei, la Grande Coupable, Abelarda Semprevispa, sindaca di Lecce per volontà di Garibaldi, Mazzini e del Quartetto Cetra.

“Ma allora – chiedevano insinuanti i giornalisti aggressivi di Smallville – lei non ricorda di essere stato Assessore al Bilancio della Giunta Semprevispa, nonché vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici e anche strappabiglietti al parcheggio dell'Hotel Giorgione?”
“Ma quello – tuonò Giovinotto con voce indignata – è il MIO hotel, e ci svolgo le mansioni che voglio. Capito?”
“Epperò – rispondevano lesti quelli – lei non ricorda allora di essere stato Assessore al Bilancio della Giunta Semprevispa, nonché vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici?”
“No – rispose tranquillo Alvaro – non ricordo”.
“Ma come – fecero quelli ormai sgomenti – ciò non è possibile!”
“Possibilissimo – rispose l'anziano adolescente – ci sono in letteratura medica moltissimi casi di persone che non ricordano intere epoche della propria vita. E allora? Qualcuno di voi può umanamente dire che si tratti di un reato? Non vedo mani alzate. Vabbè, fatemi andare a lavorare, che al Giorgione manca un barman”. E se ne andò lasciando stupefatti almeno un paio di giornalisti aggressivi.

Ma la notizia vera della settimana era un'altra. Il signor Antonio Muflone, ex sodale della più che atletica Abelarda Semprevispa, aveva deciso di candidarsi a sindaco di Lecce sbeffeggiando l'antica mentore(ssa). Ciò rasentava l'inspiegabile. Ma non è questo il punto. Fu la sua prima dichiarazione quella che attirò la curiosità dei cronisti e dei ficcanaso: “Sradicare il filobus, palo per palo”. Questa affermazione fece in un secondo il giro di Smallville. Pasquale Ciccio, broker fuggito nello Stato indiano del Kerala e, udito lamentarsi per furto di infradito da Supersano (il super-eroe stralentino dietro cui si celava il mitico Francesco Patacca, patron di TeleMiAmo e proprietario del Movimento Stralento Immanente), era stato rimpatriato con il programma “Rientro dei pivelli”. Detto Pasquale Ciccio cercava in un modo o in un altro di sbarcare il lunario, dovendo tra parentesi rimborsare il fisco dopo 32 anni di evasione totale delle tasse. Passando per il luogo ameno dove Antonio Muflone stava giganteggiando con la sua proposta di sradicamento ebbe una fulminante intuizione.

Ogni famiglia di Smallville avrebbe avuto in dotazione dal nuovo sindaco un casco cornuto di origine bovina o caprina con cui il capofamiglia avrebbe potuto partecipare alla distruzione dei pali del filobus nella giornata internazionale del Trasporto Mefitico, in cui gli smallvillesi avrebbero preso a poderose cornate gli odiati pali e disintegrato così una forma di abbrutimento estetico e una considerevole presa per i fondelli per l'intera comunità.
Cominciò così a prendere forma, nella mente complessa di Pasquale Ciccio, ex-broker reinventatosi operatore culturale europeo per potenza della parola di Antonio Muflone, la “Notte dei Tori e dei Capri”, un impressionante evento politico-culturale di fronte al quale la “Notte della Taranta” sarebbe sembrata una festicciola in casa Quarta Molosso. “Dovrò parlarne con Francesco Patacca “ - pensò infine Pasquale Ciccio mentre si dirigeva, nel risciò da lui stesso guidato, verso la periferia postindustriale di Smallville, là dove si ergeva il Grattacielo di TeleMiAmo.